Isole Svalbard: nel Grande Nord a caccia dell’aurora boreale
I piedi vanno a fuoco negli scarponi da -30°C e lo zaino con l’attrezzatura pesa troppo, ma sono piccoli disagi da sopportare quando la meta sono le terre del Grande Nord, tra ghiaccio e temperature polari. Destinazione: isole Svalbard, a caccia dell'aurora boreale.
Dopo ventisei ore di viaggio da Roma ecco l’isola di Spitsbergen, luogo che fino a qualche anno fa era ancora la vera frontiera, regno incontrastato di cacciatori, minatori ed esploratori.
La spedizione brasiliana che atterra insieme a noi con l’obiettivo di attraversare l’intera isola in sci e l’orso polare imbalsamato che ci accoglie al nastro bagagli, rendono l’atmosfera molto particolare. Qui alle isole Svalbard è tutto fuori dall’ordinario, è un mondo alla rovescia dove il sole o non splende per molti mesi, oppure non tramonta mai. Un luogo dove “l'alba dalle rosee dita” di omerica memoria è l’unica luce da metà febbraio a metà marzo.
Il primo giorno alle Svalbard comincia con un trekking di sette ore sul Trollstigen, la cima di circa settecento metri poco distante dal villaggio. Parto confortato dalle previsioni meteo che confermano l’utilità degli scarponi, pare che lassù la temperatura potrebbe facilmente raggiungere i -40°C. Mentre le guide caricano il fucile, ci incamminiamo nella stretta valle scavata dal ghiacciaio subito sopra il paese. Dopo una faticosa salita il panorama si apre e siamo in paradiso. Picchi e catene montuose di un bianco immacolato a perdita d’occhio, immersi nella luce rosata di quest’alba senza fine, ripagano di tutta la fatica e si ha la sensazione di essere tra le nuvole, di trovarsi alla fine del mondo. A tendere l’orecchio pare di sentire l’eco delle epiche sfide sostenute dall’Uomo con la Natura estrema e per una manciata di minuti ci sentiamo dei veri esploratori. Dopo il pranzo in cielo con quello che definiscono pomposamente explorer food, semplice cibo disidratato reso commestibile dall’aggiunta di acqua bollente, torniamo in paese.
Qui la vita quotidiana ruota intorno al centro cittadino, soprattutto intorno al supermercato, dov’è possibile trovare cibo di qualsiasi paese grazie alla presenza di una comunità cosmopolita. Merito di un trattato internazionale che autorizza tutti i cittadini del mondo a vivere da queste parti, godendo degli stessi diritti e doveri dei norvegesi purché abbiano di che mantenersi. Altro punto di riferimento è l’unica chiesa/moschea/sinagoga/tempio delle Svalbard, quasi più un salotto, biblioteca e centro di ritrovo che semplice luogo di culto. Nel villaggio ci sono anche due interessanti musei: lo Svalbard Museum e il North Pole Expedition Museum, dov’è impossibile non provare un moto di orgoglio di fronte alle spedizioni di Umberto Nobile e del Duca degli Abruzzi.
L’esperienza che più di tutte associo al Grande Nord è la slitta trainata dai cani (dog sledding) e non appena le previsioni suggeriscono che sarà il giorno giusto per avvistare l’aurora boreale, organizzo un’escursione con i cani da slitta fino alla grotta naturale all’interno di un ghiacciaio. Le proibitive condizioni meteo alternano momenti di whiteout assoluto (situazione in cui a causa del vento la neve ricopre tutto) a momenti di calma irreale. Dopo oltre due ore e diversi tratti in salita dove il musher (colui che guida) deve scendere e aiutare i cani spingendo a sua volta la slitta, raggiungiamo la grotta. Appena entrato, la memoria mi riporta agli articoli del “No Limits World”, una vecchia rivista di sport estremi in cui leggevo il racconto delle spedizioni speleologiche del gruppo “La Venta”. Nel frattempo il tempo è migliorato, raggiunto il paese ripartiamo in un silenzio irreale in cerca dell’aurora boreale. La vallata è immensa, le stelle sembrano a portata di mano e la luna, ormai quasi piena, si riflette sulla distesa immacolata tanto che spegniamo le lampade e avanziamo al suo chiarore. Mi par d’essere in un romanzo di Jack London. Ed eccola lì! All’improvviso dietro le montagne scorgiamo l’aurora boreale, le mitiche northern lights che piano piano si alzano sopra l’orizzonte e giungono fin sopra di noi. Data la vastità della volta celeste visibile, lo spettacolo è magico: da una parte all’altra del cielo luci verdi tendenti al rosso e al viola compaiono e scompaiono, si rincorrono in una danza mozzafiato che dura circa due ore e che trascina tutti in una sorta di rapimento estatico.
Il giorno successivo la domanda è: East Coast sì, East Coast no? Su questa località i pareri contrastanti si rincorrono. È splendida. C’è solo ghiaccio. Potrai veramente vivere il Polo. Fa solo freddo, meglio la città mineraria russa dove c’è il rinomato brot sovietico bello caldo! Tra chi la ritiene una tappa imperdibile e chi la considera puro masochismo, opto per il primo punto di vista e decido di andare. In effetti la costa orientale dell’isola Spitsbergen, molto più fredda perché non è bagnata dalla corrente del Golfo, costringe chi la vuole visitare ad un’escursione in motoslitta di circa dieci ore. Si capisce quindi come un’escursione da queste parti abbia tutti i numeri per diventare un incubo per l’improvvido turista. L’organizzazione è quella delle grandi occasioni: due guide armate di pistole lanciarazzi, revolver e fucili, ognuna con una motoslitta molto più potente delle nostre capace di far fronte a qualsiasi emergenza. Ognuno dei partecipanti guida la propria motoslitta vestito con una tuta speciale che lo fa assomigliare a un astronauta. Dopo una breve spiegazione su come si manovra la snowmobile (è necessaria la patente perché qui è considerato un normale mezzo di trasporto), si parte. L’inizio è piuttosto turbolento: occhiali e maschere che si ghiacciano, motori che si spengono... Piano piano riusciamo a partire e a raggiungere la velocità di marcia di circa cinquanta chilometri orari. Superate alcune montagne, inizia un altopiano vastissimo da cui raggiungiamo l’ice shelf, un enorme ghiacciaio coperto di neve fresca. Saliti in cima, iniziamo la velocissima discesa verso la costa e dopo quasi cento chilometri raggiungiamo la banchisa polare, il piatto mare ghiacciato, di tanto in tanto interrotta da iceberg di un blu intenso. È vero, è solo ghiaccio. È vero, fa tanto freddo. È vero, alla fine non vedremo alcun orso polare. È vero, se la sono fatta pagare cara, ma per chi come me è cresciuto a suon di libri d’avventura, l’emozione è enorme e la sensazione di star vivendo un momento unico crea un bello spirito di gruppo. Così dimentichiamo i piccoli inconvenienti e ringraziamo le guide che ci hanno accompagnato a scoprire questi luoghi fino a pochi anni fa riservati solo ai veri esploratori. Arrivati sopra la banchisa, pranziamo in prossimità di un iceberg praticamente in mezzo al mare e sulla via del ritorno facciamo una splendida sosta ristoratrice sotto una cascata ghiacciata. Ormai è buio e sono i fari delle nostre motoslitte a farci strada, rendendo la conclusione dell’avventura ancora più suggestiva.
L’ultimo giorno all’arcipelago delle Svalbard si chiude con un’escursione in motoslitta al Templefjorden. La giornata è serena e appena usciti dal villaggio accade la cosa apparentemente più naturale del mondo: il sole compare sopra le montagne. Da queste parti è un vero e proprio evento, accade infatti solo una volta l’anno. Questo è il primo giorno di sole sopra l’orizzonte dopo quattro mesi prima di totale oscurità e poi di crepuscolo, è l’arrivo della bella stagione, è la vita che ricomincia! Dopo una sosta per ammirare l’effetto magico di quella che sembra l’alba di una nuova era, con i raggi di sole che illuminano una pianura spazzata dal fortissimo vento, il viaggio prosegue. Scorgiamo in lontananza una macchia di colore. Scopriamo che alla fine dell’estate in questo fiordo viene lasciato un bel veliero rosso in mezzo al mare, che, ghiacciandosi, lo stringe in una morsa e lo trasforma in una sorta di iceberg artificiale in mezzo alla banchisa. Lo scopo? Sembra assurdo, ma alcune agenzie lo usano come ristorante per le loro escursioni. È di nuovo notte, spinti dal vento alle spalle e con visibilità prossima allo zero, torniamo in città. Il viaggio è finito.
Se vedere l’aurora boreale alle isole Svalbard è nella tua lista dei desideri, ecco alcune informazioni utili per orientarsi nel Grande Nord.
Equipaggiamento
È sufficiente avere una buona attrezzatura da trekking invernale o da montagna (sci/snowboard) e abbondare con il numero degli strati, tenendo in considerazione che per le escursioni più fredde (cani da slitta e motoslitte), le varie compagnie forniscono tute e scarponi più che adatti allo scopo. Invariabilmente si avrà freddo solo ai piedi, alle mani e sul viso, quindi procuratevi l’adeguato abbigliamento tecnico per coprire queste parti.
Escursioni
Potete scegliere diverse tipologie di escursione, che variano in base alle stagioni. Dai trekking ai cani da slitta, dalle motoslitte alle discese nelle grotte di ghiaccio, alle uscite con il gatto delle nevi, con gli sci, con i kayak o in barca. La caratteristica comune è che sono piuttosto care e non sempre, soprattutto nella bella stagione, è facile percepirne la ragione ad eccezione della necessità di una presenza armata (obbligatoria per la minaccia dell’orso polare). L’arma è comunque noleggiabile nei negozi sportivi previa autorizzazione del governatore. In ogni caso, non esistendo centri abitati al di fuori di Longyearbyen, anche in estate, per fare escursioni in autonomia bisogna essere più che esperti di ambienti naturali, ci sono solo pochi chilometri di strade, tutto il resto è territorio selvaggio e non c’è copertura della rete telefonica.
Stagionalità
La breve estate è certamente il periodo in cui tutto è più facile, ma più affollato. In questa stagione la neve si scioglie e molte escursioni invernali non sono possibili. Nei mesi invernali, da novembre a metà febbraio, ci sono le notti polari, è buio 24 ore al giorno e, complice il freddo, molte escursioni sono difficoltose. Da metà febbraio a metà marzo è forse il periodo migliore. Inizia a esserci la luce solare, anche se il sole è così basso che dalla maggior parte dei luoghi non è visibile sopra l’orizzonte. Tutto però si tinge di una magica luce rosa, come se fosse sempre l’alba, e le ore di luce aumentano di giorno in giorno. Da metà aprile c’è il sole di mezzanotte ed è sempre giorno.
Temperatura e clima
Nei mesi invernali alle isole Svalbard la temperatura oscilla dai -25°/-35° delle giornate con il tempo limpido, ai -10°/-15° delle giornate con cielo più coperto, e sono possibili venti anche molto forti che abbassano drasticamente la temperatura percepita fino a -40° o meno. Bisogna, soprattutto in questi casi, fare attenzione ai congelamenti (specialmente mani, piedi, naso) e alla condizione delle strade, dove si formano grandi piste da pattinaggio con le conseguenze che potete facilmente immaginare. Sappiate che in caso di necessità tutti gli abitanti sono pronti a offrirvi un riparo anche solo per una bevanda calda, quindi alla bisogna bussate e vi sarà aperto, non fate i timidi!
N.B. La scarsa qualità delle foto è dovuta al malfunzionamento della macchina fotografica a causa del freddo e di conseguenza alla necessità di doverle scattare con il cellulare (tenete conto di questo fattore quando sceglierete l'attrezzatura da portare).
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