Hmong: l’antica etnia cinese tra indipendenza, diaspore e... gonne
I Hmong sono un popolo antichissimo, da sempre caratterizzato da spirito di autonomia e indipendenza, tanto che “Hmong” nella lingua tradizionale significa “libero”. Sono originari della Cina centro-meridionale, probabilmente delle zone lungo il Fiume Giallo.
Dal XVIII secolo, in seguito alla pressione dei popoli circostanti, ebbe inizio una graduale migrazione verso sud che sparse i Hmong nelle regioni settentrionali di Vietnam, Laos e Tailandia, fino alla Birmania orientale.
In Cina rimasero quasi tre milioni di persone, e oggi se ne contano poco meno di nove milioni, tanto che sono una delle minoranze etniche principali delle regioni meridionali1. In seguito alle migrazioni verso il sud-est asiatico, il popolo si divise in due linee principali: i Hmong Bianchi e i Hmong Verdi, così chiamati in base ai colori degli abiti delle donne. Un tempo i gruppi vivevano separati, senza contatti né matrimoni, anche se oggi questa divisione è andata scemando. Rimane però importante l’appartenenza culturale a un gruppo e soprattutto il riferimento agli abiti femminili, caratteristica distintiva dell’etnia Hmong.
La diaspora dei Hmong del Laos
Dopo la Rivoluzione del 1975, più di centomila Hmong scapparono dalle persecuzioni comuniste rifugiandosi in Tailandia, da qui furono deportati in diverse parti del mondo tra cui Stati Uniti, Canada, Francia e Australia. La diaspora dei Hmong è un evento drammatico di cui si ha poca memoria storica. Tuttavia alcuni gruppi di discendenti, associazioni e istituti privati operano per ricucire le tracce del passato e riconciliare le famiglie con i luoghi d'origine2.
Lingua parlata e lingua scritta
La lingua Hmong appartiene al ceppo sinotibetano, in particolare al gruppo delle lingue Miao-Yao. In base alla posizione geografica, i gruppi usano dialetti diversi e, in seguito alla convivenza con altre etnie cinesi, molti di loro parlano il Mandarino, il Dong e lo Zhuang. Una particolarità è costituita dalla lingua scritta, che dalla metà del XX secolo ha ufficializzato l’uso di un sistema basato sui caratteri latini, oggi autonomo e adottato in tutti i campi.
L’organizzazione della società
I Hmong sono un’etnia strutturata in clan patrilineari, la cui discendenza, cioè, procede attraverso i maschi della famiglia. I membri di un clan possono sposarsi solo con persone di clan diversi secondo la pratica dell’esogamia, importante per mantenere alleanze, solidarietà e scambi tra gruppi. I Hmong praticano la poligamia per cui un uomo può avere più mogli che vivono insieme e considerano allo stesso modo tutti i figli.
Dalla coltivazione “taglia e brucia” all’agricoltura permanente
Come molti altri gruppi etnici della zona, i Hmong basavano la loro economia sul sistema “taglia e brucia”, sottraendo terreno alle foreste per produrre grano saraceno, orzo e miglio sulle alture, riso e mais in pianura. Dal XX secolo, venne integrata la coltivazione dell’oppio. Quando il metodo “taglia e brucia” si rivelò infruttuoso e l’oppio fu sottoposto ad un rigido controllo, le popolazioni Hmong del sud-est asiatico cominciarono a praticare un’agricoltura permanente di mais, frutta e vegetali. Nonostante queste produzioni, il cibo principale resta il riso, accompagnato da carni, pesce e zuppe acide.
Cerimonie collettive e culto degli antenati
Come per molti altri popoli tradizionali, i momenti in cui il singolo afferma la propria appartenenza sociale e il gruppo reifica la propria identità giocano un ruolo importantissimo. Tra le cerimonie Hmong più importanti c’è quella del matrimonio, attraverso cui la donna entra a far parte della famiglia del marito. Ogni atto è accompagnato da canzoni propiziatorie intonate da due testimoni e suggellato da un dono che la famiglia dello sposo porge alla controparte (e che può riprendersi qualora la moglie si comporti male). Di uguale importanza è il funerale, anche in questo caso si suonano musiche e intonano canti che accompagnano lo spirito verso il villaggio degli antenati dove troverà nuova vita. La cerimonia dura diversi giorni e il corpo viene tumulato in luoghi sacri.
Nella cultura Hmong il ruolo centrale di questi rituali si deve in parte alla credenza che gli spiriti abitano tutte le cose e possono controllare la vita sotto forma di energie, perciò devono essere interpellati e propiziati in ogni momento importante per il gruppo e il singolo. In particolare, è molto sentito il culto per gli antenati verso cui si celebrano riti fastosi e sacrifici memoriali. Secondo i Hmong ogni persona ha più anime in lotta con gli spiriti maligni e in caso di eventi negativi o malattie, viene interpellato uno sciamano il quale, comunicando con l’aldilà, richiama l’anima della persona che si è allontanata dal corpo causando il male.
La celebrazione dei riti propiziatori stagionali
I Hmong sono soliti celebrare riti propiziatori a carattere naturale. Il più importante è la Festa della Primavera Miao che dura dal nono all’undicesimo mese lunare. Poi la Festa della Degustazione del Nuovo Riso per esprimere gratitudine verso il raccolto, versando il riso maturo e condividendo cibi pregiati. Ancora la lotta tra galli praticata durante la Festa di Lusheng, dal nome dello strumento a fiato suonato durante un’esibizione musicale tipica della minoranza Miao. Infine, il Capodanno, al trentesimo giorno del dodicesimo mese lunare: tempo di celebrazioni verso gli spiriti ancestrali e di atti condivisi dal gruppo, tra cui giochi, balli e banchetti.
Abiti tradizionali e gioielli
La cultura dei Hmong è molto conosciuta grazie alla produzione di oggetti e indumenti ricamati a mano, o realizzati con la tecnica del batik. La bellezza e l’unicità dei loro manufatti si esprimono soprattutto nei gioielli e negli abiti tradizionali. Le stoffe, i motivi decorativi e le tecniche di fabbricazione variano molto a seconda dei diversi gruppi Hmong. In generale, i tessuti delle zone rurali e montane sono più pesanti e grezzi, mentre quelli diffusi nelle città sono più leggeri, raffinati e ricchi di dettagli. I particolari, il colore, la lunghezza e la forma dell'abito distinguono non solo le varie tribù ma anche lo stato sociale e l'età di chi l’indossa. Spesso, infatti, il soggetto decorativo prende spunto dalle leggende tradizionali di uno specifico clan. Le artefici di questo artigianato sono le donne, che si occupano di tutto il processo di lavorazione, dalla raccolta di cotone, lino e canapa, fino alla tessitura e alla decorazione. Le bambine Hmong lavorano insieme alle madri e alle donne del gruppo, portando avanti una tradizione ormai millenaria.
Sono tipici degli abiti Hmong gli elementi decorativi geometrici, la tintura di cotone e canapa con la tecnica del batik e l'impiego del colore indaco il cui tono, vicino al blu, più è intenso e scuro e più è considerato pregiato e di buona qualità. Un’altra caratteristica è la tecnica di tessitura in cui vengono sovrapposti strati di cotone di colore diverso, per poi tagliare quelli superiori seguendo vari disegni e rivelando il colore degli strati sottostanti. Un’ultima curiosità riguarda la foggia della tradizionale gonna dalle mille pieghe ispirata a una foglia aperta di latania, un tipo di palma molto diffusa nei territori abitati dai Hmong. Il popolo fa un grande uso di questa pianta, dalla costruzione dei tetti fino ai cesti e ai tipici cappelli a cono. Per quanto riguarda la gonna dalle mille pieghe, il modello più antico prevede l’impiego di tessuti naturali plissettati a mano fino a raggiungere circa duecento pieghe con una lunghezza complessiva anche di cinque metri. È divisa in tre fasce orizzontali di diverso colore, la prima color indaco a tinta unita, la seconda con disegni batik nei toni indaco e rosso, e la terza con tipiche stampe cinesi in cotone a fiori e uccelli, o ricamata con motivi geometrici. Oggi le donne Hmong, soprattutto le giovani che abitano in città, indossano un modello più semplice, comodo ed economico, sempre però ispirato alla gonna tradizionale3 .
Note
1Per approfondimenti sul gruppo dei Hmong cinesi vedi il sito in cui è possibile conoscere anche tutte le altre minoranze etniche della Cina.
2Un’importante azione a carattere transnazionale è svolta dall’antropologo americano Jacob Brihckman che da anni conduce studi e ricerche etnografiche in merito alla diaspora Hmong. Clicca qui per approfondimenti.
3Per approfondimenti sugli abiti tradizionali dei Hmong, clicca qui.
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