Nepal: il paesaggio come espressione della cultura
Se si considera il territorio lo spazio dell'agire dell'uomo e si considera l'essere umano depositario di cultura, si può considerare il paesaggio come la fusione più evidente tra natura e cultura.
Il territorio fisico in cui si insedia l'essere umano viene inevitabilmente influenzato dalla sua capacità di riuscire ad adattarsi all'ambiente con le tecniche più diverse, in modo da garantire la propria sopravvivenza. Il territorio si fa perciò specchio di una specifica cultura che modifica, plasma e modella la mera fisicità geo-morfologica per farla diventare altra, per farla diventare paesaggio. A questo proposito basti pensare ai paesaggi agrari in ogni parte del mondo che raccontano la storia di società che hanno organizzato e strutturato il proprio habitat, gli spazi naturali, più o meno ostili, umanizzandoli, rendendoli produttivi e trasformandoli in paesaggi monumentali.
Il Nepal, a pieno diritto, può essere menzionato come valido esempio di “monumentalizzazione” del paesaggio, dove l'uomo al fine di garantire la sua sopravvivenza è stato in grado, grazie al suo ingegno, di creare terrazzamenti coltivati a riso sui versanti delle valli nepalesi. La sapiente adesione del segno umano alla natura che non intacca la grandiosa sacralità della montagna, riesce a suscitare nello spettatore grande stupore e meraviglia.
Il Nepal ci offre un altro chiaro esempio di natura che si fonde con la cultura, dove il paesaggio è allestito in modo teatrale per un'esistenza vissuta ritualmente. Per i nepalesi le montagne non sono solo dei rilievi della superficie terrestre, ma rappresentano piuttosto la maestosa dimora degli dei che dalle alte vette osservano gli uomini, i campi, gli animali e in generale la vita che si svolge sulla Terra. Gli uomini si sentono perciò sempre osservati dallo sguardo divino che risiede sull'Himalaya e che influenza qualsiasi loro azione quotidiana. Questo fatto sociale contribuisce quindi a dare un certo ordine al paesaggio, infatti lungo i sentieri di montagna o in alcuni luoghi importanti, si trovano spesso piccoli altari, pietre devozionali dove ogni devoto deve fermarsi e recitare una preghiera o compiere un gesto pio. Ogni attività svolta dall'uomo sarà sempre soggetta al giudizio divino il cui l’occhio invisibile è onniveggente. La subordinazione dell'uomo alla divinità trova la sua rappresentazione nel paesaggio.
Questi esempi servono a dimostrare come il paesaggio sia espressione di cultura, come l'uomo riesca ad annettere e incorporare la natura alla cultura. Le caratteristiche dello spazio in cui si sviluppano certe culture fanno parte inscindibile dei sistemi di vita e dei valori della società che rappresentano.
Paola Poggiali | Antropologa