Viaggio in Islanda: 75 giorni nella terra di ghiaccio, 20.000 Km in 4x4
CAPITOLO 1
Questo è il primo capitolo del racconto di uno dei viaggi della vita, di quelli che si raccontano ai nipoti, di quelli che giustificano tutti gli sforzi e le spese sostenute per realizzarli.
Questo è il primo capitolo di “Islanda 2021”: 75 giorni di viaggio, un camper 4x4, 20.000 Km percorsi.
Un po’ racconto, un po’ mini guida, vuole essere il mio piccolo contributo per aiutarvi a pianificare in autonomia un itinerario nel paese o per farvi decidere se “perderci insieme” nel 2022 😉
Nei prossimi capitoli:
- il nord e la Ring Road;
- i fiordi occidentali e orientali;
- gli altopiani;
- Isole Faroe;
- i miei luoghi del cuore.
Una breve premessa
Islanda, terra di ghiaccio e di fuoco!
Quante volte lo abbiamo sentito? Uno slogan suggestivo, capace di attrarre lo spirito di avventura di ogni viaggiatore e che per una volta non racconta che la realtà.
Impossibile rimanere delusi.
Ne sono rimasto affascinato anche io, è rimasta in cima alla lista dei desideri per anni, ma ho voluto aspettare l’occasione giusta.
Questa sembra arrivare nel giugno 2020, ma a causa del covid slitta di un ulteriore anno. Eccoci così a giugno 2021 e stavolta finalmente ci siamo.
Dopo un anno e mezzo di pandemia non potrebbe esserci momento migliore per partire, il mezzo è quello giusto - un pick up 4x4 con cellula abitativa preparato per lunghe traversate via terra (alias il camperino) - e non manca certo la motivazione, anzi, le motivazioni: realizzare due tour esplorativi in compagnia di 12 “coraggiosi” amici che già sono stati con me in altri viaggi; realizzare un sopralluogo per futuri tour anche in aree (come quelle interne) non toccate dai due viaggi di gruppo; tornare finalmente a vivere quel senso di leggerezza e libertà che solo i viaggi riescono a trasmettermi.
La preparazione
Dopo diversi mesi trascorsi tra officine e una lunga fase di preparazione degli aspetti logistici (non ultima una fornita cambusa 😉) eccomi pronto a partire.
La veloce autostrada che taglia il centro della Germania si rivela un'ottima scelta e dopo circa 36 ore sono già nel porto di Hirtshals, a nord della Danimarca, dove mi aspetta la nave “Norrona”.
L'imbarco
Oltre un anno di pandemia e le conseguenti restrizioni negli spostamenti hanno portato gran parte degli amanti dei viaggi on the road a convergere sull’Islanda per saziare la loro sete di avventura. E’ così che il solo camminare tra le colonne di mezzi pronti all'imbarco, 4x4 camperizzati o con tende sul tetto, camion in stile overland, altri pick up con cellule abitative, bus super attrezzati, diventa un viaggio nel viaggio.
Finalmente si parte, la terra si perde all’orizzonte e si inizia a far conoscenza con gli altri passeggeri. Basta un un nome su un foglio di appunti, un segno su una mappa aperta e scattano lunghe chiaccherate in cui si scambiano notizie e ci si confronta sui programmi. Con molti di loro ci incontreremo varie volte nel corso del viaggio.
E’ una bellissima alba quando ci troviamo ad attraversare le Isole Shetland, appartenenti alla Scozia. Mentre ammiro le alte scogliere, mille ricordi risalenti al mio lungo viaggio in autostop effettuato qui 25 anni fa affiorano alla mente, quanta nostalgia!
Ve ne ho parlato qui:
La navigazione prosegue e mentre mi sorprendo al solo pensiero di quanto si spinsero lontano, verso l’ignoto, i primi navigatori vichinghi provenienti dalla Norvegia, ecco spuntare tra le nebbie le Isole Faroe. Un breve scalo nella capitale Torshavn e puntiamo direttamente alla meta.
E’ mattina presto quando avvistiamo terra. Le prime ripide montagne innevate contrastano con il verde acceso dei prati e con il blu scuro dell’oceano. Incuranti delle forti raffiche di vento gelido, in tanti ci riversiamo sul ponte e l’adrenalina cresce mano a mano che la nave entra nel lungo fiordo in fondo al quale ci aspetta il porto di Seydisfjordur.
Che il viaggio abbia inizio
Sbarco, parcheggio e mi guardo intorno.
Si dice che ogni lungo viaggio inizi con il primo passo e che questo è diverso per ognuno di noi ed è così che mentre molti altri mezzi iniziano il loro rapido tour de force, io ho un unico obiettivo davanti a me, arrivare dall’altra parte dell’isola, a Reykjavik, tra dieci giorni, prima che arrivi il primo gruppo, tutto il resto è da scrivere.
Sono spaesato, tutta questa libertà, dopo gli ultimi mesi scanditi da impegni e date da rispettare, è straniante, non so cosa fare, non so dove andare.
Con questi pensieri in testa mi avvio in direzione opposta rispetto a quella naturale e percorro la pista che costeggia il fiordo verso est.
Ovunque cascate scintillanti al sole, alimentate dalla neve che copre ancora abbondantemente le cime delle montagne, splendidi campi fioriti pieni di lupini viola e blu e folte distese di erba.
Mi godo ogni istante, ogni emozione. Vedo la nave che mi ha portato fin qui allontanarsi per tornare sul continente. Lo farò anche io, ma non prima di due mesi.
Una sensazione di libertà mi pervade, lentamente entro in una nuova dimensione, il viaggio inizia ora!
Ti è piaciuto questo capitolo? Scopri come continua...