Viaggio in Islanda: 75 giorni nella terra di ghiaccio, 20.000 Km in 4x4
CAPITOLO 3 - LA RING ROAD DEL SUD
"L’aspro profilo del Vestrahorn si staglia all’orizzonte, il sud est con le sue distese vulcaniche, lagune glaciali e cascate ci attende, il viaggio continua…"
Così terminava il nostro viaggio nel nord del paese. È ora di rimetterci in marcia, seguitemi, l’Islanda ci attende!
Ti sei perso i primi due capitoli del racconto del nostro viaggio in Islanda?
L'Islanda del sud est: la laguna glaciale Jokulsarlon, i ghiacciai di Skaftafell, il canyon Fjaðrárgljúfur
Superati i picchi aguzzi del Vestrahorn, eccoci entrare nel sud dell’isola, spesso l’unica area visitata dai turisti e non del tutto a torto. Racchiude alcune delle sue principali attrazioni e per di più, grazie al suo minore isolamento, contrariamente ad altre zone, rimane visitabile per gran parte dell’anno.
Raggiungiamo Stokksnes, dove la laguna ricca di uccelli marini e le montagne a ridosso della costa regalano uno dei panorami più caratteristici dell’isola, da godere con calma, soprattutto verso l’ora del tramonto.
Subito dopo, la cittadina di Hofn, principale punto di riferimento per questa parte dell’isola, ha nel suo caratteristico porticciolo ricco di ristoranti che servono scampi e altre specialità locali, il suo punto di forza, un pizzico di mondanità, tra tanta natura incontaminata, da cui vale probabilmente la pena lasciarsi tentare.
Da qui in poi è tutto un susseguirsi di panorami straordinari ad incominciare dalle tante lingue del ghiacciaio Vatnajokull, il più grande d’Europa, che si scorgono già dalla strada e che spesso formano delle splendide lagune. Molte meriterebbero una visita, ma non tutte sono facilmente accessibili ed ugualmente spettacolari.
In realtà la stragrande maggioranza dei viaggiatori, costretti dalle rigide tabelle di marcia a muoversi veloce da un’attrazione all’altra, a questo punto correrà lungo la statale 1 con un unico obiettivo in testa: raggiungere la celeberrima laguna glaciale Jokulsarlon. Ma se vi siete regalati qualche momento in più per voi stessi, ecco tre chicche assolutamente da non perdere in questa parte dell’isola:
- la laguna dell’Hoffelsjokull, ben poco visitata, dove nelle vicinanze sono presenti delle piacevolissime hot tubs (pozze di acqua calda) attrezzate;
- la laguna dell’Heinabergsjokull, dove un’agenzia locale organizza delle splendide escursioni in kayak. Magnifica, a prescindere dall’escursione.
- È una bella giornata? Il cielo è terso e siete dotati di un buon 4x4? Allora non potete perdere la ripida salita lungo la pista F-985 (accessibile solo ai 4x4) che vi porterà a costeggiare lo Skalafellsjokull fin sopra la calotta glaciale. La vista è mozzafiato sia verso la distesa ghiacciata che si perde all’orizzonte verso l’interno sia verso la costa.
Jokulsarlon. Probabilmente non c’è nulla da aggiungere ai fiumi di parole già spesi per descrivere questa magnifica laguna glaciale costellata di iceberg che, passando sotto il suggestivo ponte stradale, raggiungono attraverso un brevissimo canale il mare aperto. La cosiddetta Diamond Beach, dove centinaia di frammenti di ghiaccio scintillano al sole, gli uccelli marini e le foche, il purtroppo sempre più lontano fronte del ghiacciaio rendono questo luogo unico e non a caso una delle attrazioni principali dell’isola. Ma, già che ci siamo, anche qui ne approfitto per darvi qualche consiglio:
- l’escursione nella laguna con il mezzo anfibio o ancor meglio con il gommone, fino a sfiorare le montagne di ghiaccio e raggiungere il fronte del ghiacciaio, da non perdere;
- una passeggiata lungo i bordi della laguna allontanandosi dalla folla del centro visite;
- una visita a piedi o in gommone, nella vicina laguna Fjallsarlon, più piccola ma che come bellezza non ha nulla da invidiare alla Jokulsarlon.
Riprendiamo il nostro cammino verso ovest e siamo a Skaftafell.
È definito il cuore dell’escursionismo di questa parte del paese, le attrazioni non mancano di certo e neanche i turisti, compresi quelli locali, che qui arrivano in massa.
È solo il tempo a disposizione e il grado di allenamento che ci indirizzerà nella scelta delle cose da fare: escursioni sul ghiacciaio, motoslitta, grotte di ghiaccio (nella stagione invernale) sono proposte da varie agenzie che partono dal centro visite.
Ma se non vi volete affidare ad una di queste e il tempo a disposizione è poco, questi sono i miei consigli:
- non siete proprio in vena di camminare? Prendete il sentiero in pianura che, partendo dal centro visite, porta alla laguna dello Skaftafellsjokull. Non capita tutti i giorni di trovarsi di fronte ad un ghiacciaio!
- Percorrete la brevissima pista che porta allo Svinafellsjokull. Luogo di partenza per molte escursioni sul ghiacciaio, il punto di arrivo è già di per sé un bellissimo punto panoramico.
- Avete un po’ di energia in più? Vi aspetta Sjónarnípa, probabilmente il punto panoramico più bello sul ghiacciaio. Non lontana la cascata Svartifoss con le sue belle colonne di basalto.
Ora ci addentriamo nel tratto forse più spettacolare della costa meridionale, quello della Skeidararsandur, ovvero la pianura alluvionale di origine glaciale caratterizzata da una distesa apparentemente infinita di sabbie grigie e nere depositate dallo scioglimento più o meno improvviso delle calotte glaciali del Vatnajokull. Un tuffo in un mondo alieno che ci dà un’idea dell’ambiente che caratterizza parte degli altopiani interni.
Superato Kirkjubæjarklaustur, importante snodo stradale della costa sud, con una breve deviazione raggiungiamo il canyon Fjaðrárgljúfur, assolutamente da non perdere, con la sua ambientazione da libro fantasy, soprattutto con le giuste condizioni di luce. Proseguendo lungo l’impegnativa pista F-206, è possibile inoltrarsi negli altopiani e raggiungere i crateri del Laki, un altro luogo magnifico di cui vi parlerò in un prossimo capitolo del nostro viaggio.
Ma torniamo sulla Ring Road e facciamo di nuovo rotta verso ovest attraversando vasti campi di lava dove le scorie vulcaniche creano le più diverse formazioni in gran parte ricoperte da un caratteristico strato di muschio. Non sono facilmente individuabili, ma di tanto in tanto si aprono delle brevi deviazioni su una stretta pista parallela alla strada principale… prendetele!
L'Islanda del sud: Dakgil, il mio luogo del cuore, la spiaggia nera di Vik, il promontorio di Dyrholaey
A questo punto la maggior parte delle persone starà puntando velocemente sulla spiaggia nera di Vik, apparentemente sulle guide non sembra infatti esserci molto altro a dividerci da questa, ma a ben guardare, per chi non corre dietro l’orologio, ci sono due deviazioni che valgono certo qualche ora del nostro viaggio in Islanda:
- Hjorleifshofdi: una sorta di monolite che si innalza dal nulla a sinistra della strada 1. Una breve pista sterrata lo raggiunge correndo in una vasta pianura di sabbia lavica nera. E’ possibile salirci sopra con vari sentieri o, se disponete di un buon 4x4, continuare sulla pista, aggirarlo e dirigersi verso la spiaggia. Pur se avete lasciato l’asfalto da pochissimo, siete in un ambiente in cui è facile perdere ogni punto di riferimento, un ambiente alieno come solo l’Islanda sa offrire.
- Dakgil: sulle guide è un piccolo trafiletto tra Vik e Jokulsarlon, ma fin da subito, alla ricerca di qualcosa di meno conosciuto che non costringesse ad affrontare le piste interne degli altopiani, mi ha incuriosito… ed è diventato uno di quei luoghi del cuore dove sono tornato più volte. Una ripida salita raggiunge prima un bellissimo punto panoramico sulla pianura glaciale e poi una stretta valle chiusa da alte montagne dalle forme più bizzarre. Un mondo incantato nel quale sorge un piccolo campeggio che è l’ideale punto di partenza per esplorare le valli, le montagne e i ghiacciai intorno. Da non perdere!
Su Vik, un po’ come sulla laguna Jokulsarlon, tanto è stato scritto e non sembra esserci molto altro da dire. È evidente che sia un punto da non perdere, ma raggiunto il parcheggio della spiaggia nera di Reynisfjara, se ci si lascia spazientire dalla folla e se ci si ferma al primo sguardo, si rischia di rimanere delusi.
- Ecco così che diventa importante arrivare presto, prima dei bus dei viaggi organizzati e sperare che il mare non sia tanto agitato da impedire di andare fino in fondo alla spiaggia sulla sinistra, “o meglio ancor più in là”, nella parte sotto il monte, per ammirare le spettacolari colonne basaltiche e i faraglioni di Reynisdrangur. Se questo proprio non fosse possibile, evitate di correre il rischio di venir spazzati via dalle onde e fatevi una lunga passeggiata sulla destra, la folla si diraderà e vi troverete soli in un luogo magico.
- Un altro punto di vista non meno spettacolare sulla spiaggia e sulle formazioni rocciose dei dintorni si ha dal promontorio di Dyrholaey. Con due auto a disposizione o un po' di voglia di camminare, consiglio la passeggiata che dal punto panoramico superiore porta a quello inferiore, se eviterete di essere spazzati via dal vento, godrete di alcuni spettacolari scorci sulla costa. Allo spettacolo si aggiungono, nella stagione giusta, le pulcinelle di mare che nidificano in tutta l’area.
Ma eccoci di nuovo sulla statale 1, qui sono possibili altre due deviazioni, nessuna delle due particolarmente esaltante dal mio punto di vista, ma che tutte le guide menzionano. Il relitto dell’areo DC-3 sulla spiaggia, luogo super instagrammato pur non essendo velocissimo da raggiungere e la laguna glaciale dello Solheimajokull, una delle lingue del grande ghiacciaio Myrdalsjokull il quale nasconde sotto la sua superficie uno dei vulcani che ha provocato più danni sull’isola, il Katla. Se visitate le altre lagune glaciali, probabilmente potete evitare questa visita.
Proseguendo verso ovest, raggiungiamo il porto dal quale parte il traghetto per le Isole Vestman (Vestmannaeyjar). Questo bellissimo arcipelago non è affatto sconosciuto, vede infatti la presenza di parecchi visitatori in giornata, ma merita molto di più. Famoso per il vulcano Eldfell, creatosi dal nulla nel 1973, provocando l’evacuazione dell’intera isola, ha nel museo dell’eruzione, nella sua colonia di pulcinelle di mare e nei suoi scoscesi picchi sul mare raggiunti da ardui sentieri le sue maggiori attrazioni. Consiglio di prevedere almeno una notte sull’isola.
L'Islanda del sud ovest: le cascate Skogafoss e Seljalandsfoss, le isole Vestman, il Circolo d'Oro, la penisola di Reykjanes
È giunta la tappa delle cascate!
Skogafoss e la sua sorella minore Kvernufoss incuneata in una stretta valle, Seljalandsfoss, famosa per poter essere ammirata anche da dietro e la vicina Gljufurarbui, che precipita in un tunnel nascosto, si meritano almeno mezza giornata solo per loro, non abbiate fretta, fidatevi, scopritele tutte e quattro.
Gli altopiani sono subito alle spalle e per chi ha tempo e gambe a disposizione, località come Thorsmork e Landmannalaugar sono raggiungibili con alcuni dei percorsi più celebri dell’isola.
Siamo giunti alla conclusione del nostro viaggio e abbiamo praticamente chiuso l’anello lungo la Ring Road iniziato dalla capitale. Ho però deciso di aggiungere in questo capitolo anche due destinazioni che, pur se “tecnicamente” non ne fanno parte, sono da questa facilmente raggiungibili tanto da esser diventati parte del classico giro dell’isola.
L’Anello d’Oro o Golden Circle. Pur non esistendo a livello geografico alcuna zona con questo nome, il mondo turistico usa questo termine per un circuito che racchiude tre dei luoghi più iconici del paese facilmente visitabili in una lunga giornata da Reykjavik: il Geysir (da cui forse ci si aspetterebbe qualcosa in più), la magnifica cascata di Gullfoss e il parco nazionale di Thingvellir, la cui importanza è sia geologica (è qui che meglio si apprezza il confine tra la placca tettonica del Nord America e quella dell’Europa), sia storica (è qui che si è riunito il primo parlamento vichingo).
Non c’è molto altro da aggiungere a uno dei luoghi simbolo del paese, se non tre semplici consigli:
- la visita al Thingvellir richiede un pizzico di tempo per essere apprezzata a dovere, di primo acchito infatti potrebbe lasciare un po’ indifferenti, per cui non correte troppo;
- per non rischiare di essere infastiditi dalla presenza degli altri turisti, consiglio caldamente di visitare l’Anello d’Oro il primo giorno, quando ancora non sarete abituati alla tranquillità delle altre località dell’isola e tornare tra la folla potrebbe trasformarsi in uno shock;
- lungo la strada, facile non notarlo, c’è il piccolo cratere Kerid, val bene il prezzo del biglietto ed una breve visita al suo interno.
Mentre ci avviciniamo all’aeroporto per riprendere il volo di rientro, il nostro viaggio non è necessariamente già finito!
Possiamo infatti ancora goderci le famose acque termali islandesi in due punti:
- Reykjadalur, con il suo fiume termale raggiungibile tramite una bella camminata di circa un’ora;
- Laguna Blu. Sebbene sia un luogo super turistico e apparentemente ben poco naturale, è inserito in un’area selvaggia e di indubbio fascino (dato anche dai vapori che si innalzano dallo stabilimento geotermale lì vicino).
Ma il grande campo di lava che circonda la laguna è solo uno degli aspetti interessanti della penisola di Reykjanes, il luogo dal quale transitano tutti i turisti provenienti dall’aeroporto e che purtroppo ben raramente si fermano a visitare.
Uno su tutti? La splendida e non banale pista 428. Se avete noleggiato un 4x4, percorrerla da nord a sud è certamente una magnifica avventura per concludere il viaggio.
Oppure, se di avventura ne avete abbastanza, perché non godersi la splendida terrazza sull’oceano al ristorante del faro di Reykjanesta, nell’estremo lembo occidentale della penisola?