Tahiti e Moorea: un paradiso chiamato Polinesia
Più di 100 isole che fanno parte di un arcipelago stupefacente nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico. Questa è la Polinesia, una parte di Oceania che si estende per 200 km e che racchiude un universo naturale quasi senza eguali.
Poco più di un "balzo" dalla vicina Nuova Zelanda. 4000 km di solo mare tra Auckland e Papeete. Adrenalina e un pizzico di paura durante la trasvolata oceanica e una volta atterrati a Tahiti, l’isola più grande dell’arcipelago, saremo letteralmente trasportati in un mondo fatto di profumi, colori e suoni completamente differenti rispetto alle nostre abitudini.
Immaginiamo di essere accolti da un gruppo di polinesiani festanti che si muovono a ritmo di musica, indossano costumi tradizionali e impugnano piccole chitarre chiamate ukulele. Se a tutto questo aggiungiamo il lei, una dolce ghirlanda di fiori profumati donataci dalle fanciulle del posto, sarà difficile non innamorarci subito di questo paradiso lontano.
Papeete e la valle di Fautaua
La capitale di questo arcipelago, Papeete, è un mix tra cultura europea e oceanica.
Incamminandoci per le vie colorate del centro, vedremo che tutto scorre ad un ritmo lento, lentissimo. Qui la gente vive un’esistenza rilassata, senza frenesia. Il mercato coperto della città, ad esempio, è un mix ordinato e caratteristico di cultura polinesiana e francese, un'esplosione di profumi ed essenze tipiche di questa terra.
Non c’è molto altro da vedere a Papeete, per cui siamo pronti a visitare il resto dell’isola di Tahiti. Con una macchina o uno scooter si può arrivare ovunque.
La prima tappa è certamente la Valle della Fautaua, un luogo magico. Una piccola giungla, un ecosistema a sé fatto di piante rare, piscine naturali e cascate imperiose. L’obiettivo è attraversarla e arrivare, dopo poco più di un’ora di trekking tra sterrati e ponti in legno, all’inizio dell’ottava cascata più grande al mondo: la Fautaua Fall. Una piscina naturale tra le rocce, con scivoli perfettamente levigati ed un panorama che permette di avere una visione completa della valle sottostante.
Un luogo fatato dove ci si sente piccoli esploratori catapultati in un ambiente quasi surreale.
Matavay Bay e la sabbia nera: dove arrivarono gli europei
Poco lontano dalla capitale esiste una baia delimitata da un grande faro bianco. Siamo nell’estremo nord dell’isola di Tahiti, geograficamente il punto più vicino al mondo occidentale. Proprio questo fu il luogo di attracco degli europei nel 1767, anno in cui l’esploratore Samuel Wallis arrivò a bordo della sua Dolphin.
Point Venus è una delle maggiori attrazioni turistiche di questa parte della Polinesia per due caratteristiche peculiari: da una parte venne scelta da James Cook come punto ideale per l’osservazione astronomica del passaggio di Venere - fatto che portò alla costruzione dell'Osservatorio di Point Venus - dall'altra è contraddistinta da una caratteristica geologica rarissima, una sabbia nera, calda e spessa. Ciò rende nuotare e camminare un'esperienza particolare: nell’acqua è facile perdere il senso dell’orientamento per via della scarsissima visibilità, mentre sulla spiaggia si è avvolti da uno strano calore e ricoperti da una spessa poltiglia nera.
Un’esperienza da provare.
Tahupo’o e la Grotta di Vaipori
Se siamo amanti del mare, la Polinesia è la nostra terra ideale: facile sedersi su qualche scoglio a guardare l’oceano e sentirsi finalmente liberi pensando che intorno a noi non c’è nulla, solo mare per chilometri e chilometri.
La stessa libertà che provano i surfisti di tutto il mondo che ogni anno vengono a cavalcare le gigantesche onde di Tehaupo’o, una lingua di terra nella parte sud di Tahiti. Questo luogo è un piccolo villaggio con poche costruzioni e tanta natura. Qui però il mare può dimostrare tutta la sua forza e produrre onde che arrivano anche a 7 metri. Se siamo amanti del surf, l'appuntamento è ad agosto per ammirare l’annuale tappa del campionato mondiale: uno scenario spettacolare con un oceano selvaggio e montagne verdissime sullo sfondo.
Più a sud di Tehaupo’o la strada si interrompe e inizia la zona forse più interessante per gli amanti della natura. Lasciamo la nostra auto e ci incamminiamo a piedi in direzione di Tautira, tra foreste e grotte calcaree, per visitare la parte meridionale dell'isola. La Grotta di Vaipori è una di queste grotte, una cavità naturale geologicamente molto interessante ed un ottimo luogo dove riprendersi dalla fatica.
Questo impegnativo percorso ci permette di vedere da vicino il lato selvaggio della Polinesia, una zona impervia e poco battuta dove regna incontrastata la vegetazione e che si racconta essere stata un tempo il regno dei Mamaia, una popolazione che si opponeva alle regole imposte dai coloni europei.
Non è da tutti ma ne vale davvero la pena.
Moorea: l’isola dei sogni
Al di fuori di Tahiti esiste un universo composto da più di 100 isole, alcune disabitate, ma ognuna dalla bellezza emozionante.
L’isola più vicina alla capitale Papeete è Moorea, un piccolo paradiso fatto di foreste e montagne, palme e mare cristallino. Arrivarci è abbastanza semplice, soggiornarci è molto rilassante. Moorea è quello che nell’immaginario collettivo viene considerato un paradiso tropicale: incamminandoci verso i numerosi look out avremo la possibilità di ammirare un panorama fatto di mare trasparente e boungalow costruiti nell’oceano, con passerelle in legno che consentono di attraversare le basse acque costiere e di ammirare da vicino la spettacolare barriera corallina che circonda l’isola.
E’ davvero un piacere per gli occhi. Un microcosmo di 130 chilometri quadrati, di origine vulcanica, con un patrimonio naturale senza eguali: Moorea venne anche studiata da Darwin per lo sviluppo della teoria sulla formazione dei coralli.
Qui la gente è molto rilassata e vive un’esistenza tranquilla. La giornata tipo è inevitabilmente un'immersione totale nella natura, tra sabbie bianche, palme che lambiscono il mare, montagne sacre e sempreverdi, squaletti che di notte circondano la nostra casa sull’acqua.
Potremo passare la mattinata passeggiando sulla bianchissima spiaggia di Tipaniers per poi andare nel pomeriggio alla scoperta della piccola foresta pluviale che conduce al miglior belvedere dell’isola dal quale ammirare il bellissimo Mont Rotui (un luogo sacro per i polinesiani) e infine camminare di sera per le vie di Moorea con la sola luce naturale (qui l’elettricità è un bene prezioso), ascoltando il silenzio di questo paradiso.
Tutto questo è Moorea. Tutto questo è la Polinesia.