Nuova Zelanda: la terra del popolo Maori
Arrivati dall’altra parte del mondo, saremo accolti e conosciuti con il termine Pākehā, una parola composta da vari significati che racchiudono l’essenza di un popolo.
Attraverso il tipico saluto naso con naso (Hongi), saremo in grado di “entrare in contatto con un altro essere di un’altra cultura”. Questo è alla base della Nuova Zelanda e della sua anima indigena.
Le due isole
Immaginiamo di arrivare in un paese grande quasi come l’Italia, caratterizzato da una natura spesso incontaminata, da panorami mozzafiato e da una popolazione di soli 5 milioni di abitanti. Siamo in Nuova Zelanda, uno stato moderno che ha saputo conservare una cultura antichissima.
La Nuova Zelanda, con un estensione di circa trecentomila chilometri quadrati, è suddivisa in due isole principali, per molti aspetti diametralmente opposte, separate dallo Stretto di Cook.
Entrambe sono caratterizzate da una grandissima ricchezza naturalistica e culturale: più vario il Sud, con i suoi fiordi (Milford Sound), con le sue montagne da scalare (su tutte l'Aoraki/Mount Cook, che si eleva per quasi 4000 metri) e i suoi parchi nazionali (Abel Tasman soprattutto, parte del circuito delle New Zealand Great Walks); più legato alle tradizioni il Nord, dove la cultura dei nativi Maori, costruita attorno alla venerazione di tanti luoghi sacri, sembra aver mantenuto salde radici all’interno di un contesto ormai, perlopiù, anglofono.
L’isola del nord
Quando si arriva a Wellington, prima città della parte settentrionale di questa ex colonia britannica, si respira subito un’aria diversa rispetto alla parte sud, un’aria a noi familiare. È infatti una città dall’architettura europea, pur profondamente legata alla cultura nativa, come testimoniato dall'importante museo Te Papa Tongarewa ad essa dedicato.
Per conoscere al meglio la cultura delle popolazioni indigene è d’obbligo un viaggio entusiasmante di circa mille chilometri in direzione di Cape Reinga, la punta più settentrionale dell’isola, una sorta di porta d’accesso al ricco patrimonio antropologico della nazione (la Nuova Zelanda fa parte del cosiddetto Triangolo Polinesiano che comprende anche le Hawaii e Rapa Nui).
La sacralità dei luoghi per i Maori
E`nella parte centrale dell'isola del nord che troviamo le maggiori testimonianze storiche. Il clima è molto instabile e le temperature cambiano in maniera repentina: meglio esser pronti.
Prati verdi abitati da pecore di ogni specie (in numero ben superiore alla popolazione umana) si alternano a laghi dai colori pastello e a vulcani ancora attivi. La Nuova Zelanda è una vera gioia per gli occhi.
Il Tongariro, un vulcano attivo, costituito da più crateri, all'interno di un parco immenso, è la prima tappa del nostro cammino in direzione nord e il primo esempio di come natura e tradizioni si integrino in questo paese. Qui i racconti dei nativi rappresentano il vero valore aggiunto di un’escursione: ascoltandoli si viene a sapere come il vulcano Pihanga (una donna) sia stato conquistato dal Tongariro, divenuto capo supremo del territorio, dopo un’aspra lotta a suon di eruzioni.
Proseguiamo e siamo tra i geyser e le terre fumanti del distretto di Rotorua, frutto del volere degli dei di punire Taniwha, il mostro dell’acqua.
Infine, punto più a nord dell’Isola del nord e tappa finale del nostro viaggio è Cape Reinga, dove finisce ed inizia tutto per i Maori: il luogo del “salto nel vuoto” per il ritorno a Hawaiki da dove tutto è nato. Te Rerenga Wairua, la porta d’ingresso sull’oceano sconfinato: un antico faro ed un albero di pohutukawa che fanno da tramite tra il mondo terreno e quello degli spiriti Maori.
Si respira un’aria magica in questa parte di Nuova Zelanda. Si sente solo il rumore del mare ed il silenzio della sacralità. Chiudere gli occhi è d’obbligo per connettersi con i rituali e le credenze ancestrali.
L’arte del tatuaggio
Si racconta che i primi abitanti di Aotearoa (Nuova Zelanda in lingua Maori) arrivarono in canoa più di mille anni fa dalla terra di Hawaiki e da allora arti e tradizioni continuano a tramandarsi nei secoli. Tra le più famose, quella dei tatuaggi.
Guardando i visi tatuati dei Maori inizialmente non è facile accettare una forma d’arte così spinta in una parte del corpo così esposta. Ma parlando con i membri delle comunità native comprendiamo come il tatuaggio facciale sia una sorta di rito sacro (che consegna prestigio all’individuo) e come il tatuatore, definito Tohunga Ta Moko, sia una figura intoccabile.
Un processo lungo e doloroso durante il quale, soprattutto in passato, il dolore doveva essere mascherato in segno di forza. La pelle veniva marchiata senza l’utilizzo di aghi, ma usando coltelli creati da denti di squalo pressati con ossa di albatros, mentre il pigmento nero veniva prelevato dal legno bruciato. Tradizione vuole che nessun tatuaggio Maori sia uguale ad un altro.
La cultura ed il linguaggio degli indigeni
Camminando per le vie di Auckland o ascoltando un notiziario, in Nuova Zelanda è facile sentire la parola Kia Ora, una sorta di “ciao” in lingua Maori.
Anche da questo capiamo quanto sia importante la cultura dei nativi pur all'interno di un paese costituito prevalentemente da bianchi o emigrati.
Il linguaggio di queste popolazioni, Te Reo Maori, ha origini antichissime ma non è dotato di un vero e proprio alfabeto scritto. Si deve ad un professore inglese ed a un nativo la traduzione del loro linguaggio, un linguaggio che ha finito quasi per scomparire verso la fine degli anni 70 del secolo scorso, quando piccole comunità di Maori hanno iniziato a rivendicare le proprie origini, valorizzando la loro cultura e spingendo alla costituzione delle prime scuole bilingue all’interno del Paese. Altra tradizione Maori entrata a far parte dell'identità della nazione è la celeberrima danza Kapa Haka.
Anche se non siamo degli sportivi, andiamo a vedere una partita di rugby della loro nazionale, i mitici All Blacks, la squadra più famosa al mondo.
Chiudiamo gli occhi ed abbandoniamoci al suono della loro Haka. Ci sembrerà di stare in un campo di battaglia circondati da un gruppo di guerrieri pronti all’azione.
Questo è un altro simbolo della ricchezza culturale del paese: un’antica danza di guerrieri Maori che ha finito per diventare il simbolo di una nazione multiculturale.
Una cultura rispettata
Se prendiamo in considerazione Australia e Nuova Zelanda, i due maggiori stati che compongono l'Oceania, è importante sottolineare il differente grado di integrazione tra cultura indigena e cultura europea.
Se in Australia gli aborigeni hanno finito per occupare aree marginali e desertiche della parte centrale e occidentale (Alice Springs ma anche Darwin e Western Australia), in Nuova Zelanda i Maori le la loro cultura hanno trovato uno spazio ben maggiore. La popolazione Maori ha infatti giocato un ruolo importante nel processo decisionale dello stato neozelandese fin dal diciannovesimo secolo ed oggi conserva 7 posti stabili in parlamento su un totale di 120.
Una cultura millenaria, quella dei Maori, fatta di guerrieri, cacciatori e navigatori, arrivata fino a noi in tutta la sua ricchezza.